Dodici bare in attesa: l’urgenza silenziosa del cimitero di Termini Imerese

Nel cimitero di Termini Imerese si sta vivendo una crisi tanto discreta quanto lacerante. Dodici salme giacciono da giorni nella camera mortuaria, senza una sepoltura, in attesa che qualcosa si sblocchi. È una situazione inedita per la città, che lascia sgomento e dolore tra i familiari, ma che tocca anche la coscienza collettiva.

Le cause sembrano riconducibili a ritardi amministrativi e questioni burocratiche ancora irrisolte. Autorizzazioni ferme, normative da interpretare, lentezze procedurali. Tutti ostacoli che, purtroppo, trovano spesso terreno fertile nella gestione pubblica. E intanto, i defunti attendono e i familiari vivono nel dolore straziante di non poter dare degna sepoltura ai propri amati. 

Un’alternativa sarebbe possibile

Esisterebbe però una via d’uscita, concreta e immediata. Una convocazione urgente della commissione consiliare competente potrebbe portare a una modifica temporanea del regolamento cimiteriale. Questo permetterebbe, ad esempio, di ampliare i posti disponibili in tombe già esistenti, specialmente quelle riservate a figure benemerite.
Una misura provvisoria, certo. Ma utile ad affrontare l’emergenza, ad alleviare l’angoscia di chi, nel lutto, è costretto anche a sopportare l’incertezza su dove riposeranno i propri cari.
Un successivo passaggio in consiglio comunale, in una seduta straordinaria e possibilmente condivisa da tutte le forze politiche, potrebbe sancire in tempi rapidi la modifica necessaria.

L’importanza di una degna sepoltura

Offrire una degna sepoltura non è solo un dovere morale. È un segno di rispetto, un gesto che parla del livello di civiltà di una comunità. In una città come Termini Imerese, dove il valore della memoria e del legame familiare è profondo, vedere i propri morti trasformati in numeri in attesa è un dolore che non dovrebbe esistere.

Il dolore dei familiari dei defunti in attesa 

Straziante il dolore dei familiari dei defunti in attesa di una degna sepoltura. Figli che attendono di lasciare riposare i propri cari ormai da due mesi: 

“È una vergogna -commenta un utente sui social, dove la notizia è stata diffusa -. Una di queste è mia nonna, dal 10 aprile ancora stiamo aspettando. Non sappiamo più cosa fare e a chi chiedereaiuto, andiamo tutti giorni a chiedere una soluzione, ma non cambia nulla”.

E ancora: “Una delle dodici salme è mia madre, morta giorno 11 maggio. È una tristezza infinita, non si ha pace, ne per loro ne per noi a saperli in un deposito”.

 

La foto in copertina è un'immagine di repertorio.

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