Palermo, al via il primo week-end con zone rosse: tra promesse e allarmi sicurezza

Palermo entra nel primo weekend di applicazione delle zone rosse, le aree a maggior controllo da parte delle forze dell’ordine, ma lo fa con un evidente paradosso: il provvedimento è operativo, i rinforzi no. Il tanto annunciato potenziamento degli organici, infatti, è “solo sulla carta” — i nuovi agenti arriveranno soltanto la prossima settimana, e in minima parte. Intanto, in città, le nuove aree di “vigilanza rafforzata” si avviano tra scetticismo, timori e la sensazione diffusa che l’emergenza sicurezza venga ancora una volta affrontata a metà.

Vertice in prefettura: imprenditori e istituzioni a confronto

Ieri, in Prefettura, si è tenuto un nuovo vertice per illustrare i provvedimenti e coinvolgere le categorie produttive. Al centro del tavolo: l’ordine pubblico, la regolamentazione della movida e il contrasto all’abusivismo commerciale.

I cittadini perbene devono poter vivere in sicurezza in ogni zona della città — dichiara Patrizia Di Dio, presidente di Confcommercio Palermo —. Le nuove aree di vigilanza rafforzata dovrebbero rappresentare un presidio maggiore, dando alle forze dell’ordine più strumenti per impedire l’accesso a soggetti pericolosi e garantire sicurezza a cittadini e turisti”.

Ma la Di Dio non si ferma alla fiducia: “Non basta. L’attenzione concentrata solo su alcune aree rischia di creare zone franche altrove. Servono controlli in tutta la città, soprattutto nei quartieri più a rischio. Solo un’azione diffusa e continua può scoraggiare i malintenzionati”.

Abusivismo, degrado e la richiesta di una presenza costante

La presidente di Confcommercio denuncia anni di sottovalutazione del problema sicurezza: “Palermo ha bisogno di una presenza visibile, costante e rassicurante delle forze dell’ordine. L’abusivismo commerciale è dilagato anche per un’eccessiva tolleranza. Ora speriamo che questa inversione di rotta non resti solo un annuncio, ma si traduca in fatti concreti”.

Un’inversione che, secondo gli operatori economici, dovrà essere decisa e continuativa, per restituire ai cittadini quel clima di serenità ormai smarrito “con la stessa rapidità con cui — osserva Di Dio — negli ultimi anni abbiamo assistito al degenerare di criminalità e violenza”.

Movida e locali notturni: “Regole mai applicate”

A intervenire anche Antonio Cottone, presidente di Fipe Confcommercio, che da anni denuncia la violenza legata alla movida palermitana. “Serve una regolamentazione seria — afferma —. Troppi episodi di violenza si sono verificati nelle discoteche, spesso causati da bande provenienti dalle periferie più difficili. Eppure, le nostre proposte non sono state ascoltate”.

Cottone ricorda il caso dell’accoltellamento di un buttafuori del Country, episodio che portò all’arresto di Angelo Maranzano, cugino di Gaetano Maranzano, reo confesso dell’omicidio di Paolo Taormina. “È uno dei tanti episodi che denunciamo da anni — aggiunge —. A pagarne le conseguenze sono spesso i gestori dei locali, vittime di intimidazioni e aggressioni. Noi restiamo disponibili al dialogo, nella speranza che il maggiore presidio del territorio riporti sicurezza e normalità”.

A fine ottobre il “tagliando” alle zone rosse

Un nuovo incontro in Prefettura è già stato fissato per la fine di ottobre: sarà il primo “tagliando” al sistema delle zone rosse, un banco di prova per capire se il provvedimento riuscirà davvero a invertire la rotta o se resterà l’ennesima misura d’emergenza senza continuità.

Intanto, Palermo osserva e attende. Le zone rosse ci sono, ma i rinforzi ancora no. E la città, come troppo spesso accade, rimane sospesa tra promesse di sicurezza e la realtà di una presenza ancora troppo fragile dello Stato sul territorio.

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