Un’anziana di 84 anni è morta dopo aver ingerito un osso di pollo. I parenti chiedono risposte e denunciano un presunto caso di malasanità, ma sarà la magistratura a verificarlo.
L’anziana donna, nata a Castelbuono, è morta nel reparto di Terapia intensiva respiratoria all’ospedale Civico di Palermo. Prima era stata operata nel reparto di Chirurgia toracica. Aveva ingoiato un osso di pollo finito nell’esofago.
La ricostruzione dei fatti e la denuncia
L’anziana aveva 84 anni. Il suo percorso sanitario è iniziato il 3 marzo all’ospedale di Cefalù. A ricostruirlo è il figlio, che si è affidato all’avvocato Gianluca Calafiore, nella denuncia ai carabinieri.
Era giunta al pronto soccorso per uno scompenso nei valori del sangue e del glucosio. Il 10 e il 12 marzo sono state effettuate due Tac e i medici si sono accorti della presenza di un ossicino di pollo nell’esofago.
I medici di Cefalù avrebbero consigliato il trasferimento al Civico di Palermo, avvenuto il 12 marzo, giorno in cui è stata operata nel reparto di Chirurgia toracica. Secondo i familiari, che sostengono di averne parlato con i medici di Cefalù, era importante il trasferimento all’ospedale palermitano per la contemporanea presenza del gastroenterologo e del chirurgo. Stando alla denuncia avrebbe dovuto essere il primo ad estrarre l’osso di pollo, ma in realtà la donna sarebbe stata operata.
Dopo l’intervento la paziente è stata trasferita nel reparto di Rianimazione. Diversi tentativi di sturbarla non sono andati a buon fine, la donna andava sempre in emergenza respiratoria. Da successivi aggiornamenti, aggiungono i parenti, sarebbe emerso che il problema nasceva dalla presenza di un orifizio. Una conseguenza dell’intervento che avrebbe potuto causare infezioni. La donna ha continuato con l’alimentazione parenterale.
Dopo quindici giorni è stata trasferita nel reparto di Terapia intensiva respiratoria dove è rimasta ricoverata dal 26 marzo fino al decesso del 7 maggio. L’orifizio sarebbe stato chiuso nel corso di un nuovo intervento chirurgico.
Fin qui la ricostruzione dei parenti che chiedono all’autorità giudiziaria di verificare eventuali responsabilità colpose da parte dei sanitari, alcuni dei quali lavorano nello stesso reparto di Caronia.
Sarà la magistratura ad accertare eventuali responsabilità. La donna era stata ricoverata il 3 marzo all’ospedale di Cefalù per scompenso metabolico e difficoltà respiratorie e di deglutizione.